Vino e cibo, si sa, vanno a braccetto e mi rendo sempre più conto di quanto l’uno non possa prescindere dall’altro. L’Alto-Adige ha tanto da mettere sul piatto e no, non solo in senso figurato. Dai paesaggi mozzafiato tipicamente alpini, alle più miti e soleggiate vallate che pullulano di vigneti e meleti, qui si intrecciano storie e tradizioni trasmesse di generazione in generazione.
Dopo il mio itinerario di gusto alla scoperta di Speck, Stelvio e Mele è l’ora di una passeggiata tra vigne e cantine con Alto-Adige Wines (Consorzio Vini Alto-Adige).
Curiosità
Nonostante l’Alto Adige sia una regione conosciuta in Italia e nel mondo per i suoi vitigni a bacca bianca, vi sorprenderà scoprire che il Vernatsch (ovvero la Schiava) è il vitigno autoctono, a bacca rossa, più antico e più diffuso sul territorio. La Schiava veniva venduta sfusa; oggi è molto rivalutata anche grazie all’utilizzo di nuovi metodi di vinificazione. Un bicchiere di Schiava, se siete in zona, è d’obbligo! Anche il Lagrein, che ha le sue origini nella città di Bolzano, come il Blauburgunder (Pinot Nero) e il Vernatsch, rappresenta uno dei vitigni rossi autoctoni più importanti dell’Alto Adige.
L’itinerario di AltoAdigeWines
Il momento è particolarmente importante per questo settore; di fatti in molte cantine sta avvenendo un vero e proprio passaggio generazionale. Se è vero che la vecchia generazione di vignaioli ha cambiato il modo di fare vino spostando il focus da quantità a qualità, i giovani sono pronti a prendere le redini – e non solo del settore vitivinicolo – favorendo, senza dubbio, la continuità dei progetti aziendali e la valorizzazione del territorio, puntando però al raggiungimento di nuovi obiettivi: primo fra tutti, il tema ambiente. La sfida più grande per il futuro sarà, infatti, il passaggio a una viticoltura sostenibile, un cambiamento che richiede una forte collaborazione tra le generazioni coinvolte.
Una serie di incontri con i giovani produttori hanno reso queste giornate estremamente interessanti. Le loro storie spesso si somigliano, molti hanno studiato enologia fuori dalla regione e hanno scelto di tornare per dare nuovo vigore al settore.
“…l’elemento che ha caratterizzato la mia storia personale ma che intravedo nelle storie di molti giovani produttori dell’Alto Adige è il desiderio di essere veramente promotori di un cambiamento e di influire fattivamente nelle decisioni da prendere.” Andreas Kofler, Presidente del Consorzio e della Cantina Cooperativa Kurtatsch
Conosciamo più da vicino due cantine indipendenti…
Una brace accesa all’aria aperta ci regala un clima di assoluta convivialità, lo sa bene Josephus che, con i figli Joseph e Katarina, ci accoglie al suo maso Mayr-Unterganzner.
Josephus e Joseph, Maso Unterganzner Josephus e Katarina, Maso Unterganzner
Fin dai tempi antichi, qui si coltivano uve pregiate per vini di qualità. Il modo di fare, di vivere e condividere, fa trasparire quanto i produttori siano abituati al confronto costante e continuo, all’ospitalità reciproca.
Fliederhof Alto Adige Sauvignon DOC “Stella” 2020 Kerner “Karneid” 2021
Franz Gojer – Tenuta Glögglhof
Questi giovani sono praticamente cresciuti insieme e, nello stesso momento, sono pronti a prendere le redini delle rispettive aziende. A tavola, tra una portata e l’altra e un vino e l’altro, conosciamo anche altri protagonisti di questo cambio generazionale: Florian Gojer, Glögglhof – Martin Ramoser, Fliederhof – Veronika Pfeifer, Pfannenstielhof – Lukas Mumelter, Griesbauerhof – Florian Ramoser, Untermoser.
Martin Ramoser, Fliederhof Florian Ramoser, Untermoser e il suo St. Magdalener HUB
Una delle passeggiate più suggestive di queste giornate è stata quella tra i vigneti di Castel Ringberg che si affacciano sul Lago di Caldaro: 20 ettari a corpo unico che vengono lavorati manualmente. Ci troviamo nell’azienda di Elena Walch a Termeno, in quella che un tempo era una riserva di caccia oggi piantata a vigna. La padrona di casa Elena ha contribuito a guidare la rivoluzione qualitativa altoatesina; oggi la conduzione aziendale viene affidata nelle mani delle figlie Julia e Karoline Walch, quinta generazione della famiglia.
Bottaia Grand Cuvee “Beyond the Clouds Interni
…e 3 cantine cooperative: il modello alto-atesino
In Alto- Adige, le cooperative sono un modello di successo e fortemente radicato. Se pensiamo che i viticoltori sono circa 5000 e dividono 5600 ettari di superficie vitata, va da sè che, in media, parliamo più o meno di un ettaro di proprietà a testa. Il sistema delle cooperative funziona proprio perchè ogni socio tende al rispetto del territorio, alla ricerca della qualità, investe in innovazione e sviluppo. Ogni socio conferisce le uve alla cooperativa generando utili che vengono reinvestiti nel miglioramento delle realtà produttive.
St. Michael-Eppan
La cantina cooperativa di San Michele Appiano, istituita nel 1907, vanta 385 ettari per 330 soci ed è una delle più conosciute. Il passaggio dall’edificio storico a quello di più recente costruzione testimonia anche quanto sia cambiato, in poco tempo, il modo di fare vino seguendo una filosofia diversa: niente più vino sfuso (quasi sempre rosso), o venduto in grandi quantità in Germania, Austria e Svizzera, le botti si fanno, invece, più piccole, e si applicano nuove tecniche e tecnologie.
Infatti, la nuova cantina è strutturata garantendo un conferimento ed una lavorazione delle uve che permette di diversificare e lavorare singolarmente le diverse qualità.
Qui ci accolgono il kellermeister Hans Terzer, pioniere della cultura del vino bianco altoatesino, e Jakob Gasser (27 anni), qui dal 2017, che si prepara a prender parte al cambiamento.
Hans Terzer, St. Michael-Eppan Jakob Gasser, St. Michael-Eppan
Pinot Bianco DOC “Schulthauser” 2021 & “Sanct Valentin” 2020 Pinot Noir DOC “Fallwind” Riserva 2019
Cantina Kaltern
Questa cantina rappresenta il comune di Caldaro ed i suoi 600 produttori. Facciamo una passeggiata tra i vigneti di Barleit che regalano una vista meravigliosa sul lago di Caldaro.
Vista dalle vigne di Barleit Barleit
Questo luogo suggestivo fa da cornice ad un tipico pasto alto-atesino e ad una degustazione d’eccellenza. La Schiava splende di nuova luce: oggi è un’uva che, grazie alle nuove tecniche di vinificazione, si presta molto bene all’invecchiamento. A guidarci e a coinvolgerci, anche nell’assaggio di diversi esperimenti in corso, è l’enologo a capo della cantina, Andrea Moser (classe ’82).
Gli esperimenti XXX di Andrea Moser Pinot Nero Riserva “Saltner” 2019
Barleit Pranzo in vigna
Cantina Kurtatsch
Kurtatsch è una cantina cooperativa che prende il nome direttamente dal comune di Corteccia. Nonostante la sua lunga storia, oggi è nelle mani di un team, giovane e preparato, guidato da Andreas Kofler (che è anche presidente del Consorzio Vini Alto Adige). La nuova cantina è costruita in stile avvenieristico e moderno, è pensata per uniformarsi al paesaggio che la circonda. La terrazza lascia senza fiato con una vista meravigiosa sulla vallata.
Cantina Kurtatsch Terrazza cantina Kurtatsch
Da Cortaccia è possibile percorrere un sentiero enodidattico lungo 4 km e che raggiunge il comune di Magrè. Si tratta del primo sentiero enodidattico dell’Alto-Adige e noi ne percorriamo un pezzetto insieme all’enologo Erwin Carli della cantina Kurtatsch.
Una tappa sul lago di Caldaro: Lunch al Seehotel Ambach
Tappa decisamente consigliata il Seehotel Ambach che si affaccia direttamente sul Lago di Caldaro.
L’area dedicata al ristorante, in particolare, si integra al panorama del lago. Lo chef, Albin Widmanncon, ci ha coccolato con i suoi piatti gustosi ed equilibrati che fondono la tradizione altoatesina con prodotti del sud e contaminazioni culinarie.
A farci compagnia qui sono le giovani produttrici Eva Kaneppele di Ritterhof e Judith Rottensteiner di Tenuta Hans Rottensteiner. Due donne determinate che non vedo l’ora di ritrovare in cantina. Bianchi, rossi e rosati dalle loro produzioni ci svelano le diverse sfaccettature del territorio.
Eva Kaneppele, Ritterhof Judith Rottensteiner, Tenuta Hans Rottensteiner
1524: cena al ristorante di Tenuta Rungghof
Un’altra tappa vivamente consigliata è il ristorante della Tenuta Rungghof, il 1524 ad Appiano sulla strada del Vino. Non solo le sue vetrate si affacciano su un panorama stupendo ma Chef Manuel Ebner saprà deliziarvi e stupirvi già dal primo boccone! Il ristorante è aperto sia a pranzo (con menù smart) che a cena (con menù gourmet). Se potete, godete della meravigliosa luce del tramonto.
A farci compagnia, a cena, ci sono Josef Anton Brigl di Josef Brigl e Armin Gratl di Cantina Valle Isarco. Altri due giovani protagonisti di questo importante cambio generazionale.
Dove alloggiare
Bolzano sarà perfetta sia per spostarvi nei vari comuni attraversati dalla Strada del Vino sia per trascorrere piacevoli serate in centro. Noi abbiamo alloggiato al Parkhotel Mondshein. Lo consiglio per la posizione, per le camere curate e per l’ottima colazione!