In viaggio con Benanti: Etna a 360°

Benanti: Etna a 360°

Quattro versanti e un solo vulcano

Sull’Etna, i suoli di origine vulcanica alternano ghiaia, ciottoli, sabbie leggere e ceneri scure; le vigne, spesso ultradecennali, si arrampicano su terrazze di pietra lavica; le giornate calde sono seguite da notti fresche, con escursioni termiche fino a 25-30 gradi. Questa combinazione fattori contribuisce alla produzione di vini con caratteristica intensità aromatica, eleganza e longevità.

In questo scenario si colloca Benanti, una delle cantine simbolo della rinascita etnea ed unica realtà presente su tutti i versanti dell’Etna – nord, est, sud-est e sud-ovest – e racconta con autorevolezza la complessità dei terroir vulcanici.

Una visione pionieristica

Quando nel 1988 il cavaliere Giuseppe Benanti fondò l’azienda, pochi avrebbero scommesso sull’Etna come territorio d’eccellenza. Eppure, puntando su vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese e il Carricante, la famiglia ha riportato il vulcano al centro della scena internazionale. I figli, Antonio e Salvino, continuano quell’intuizione con la stessa determinazione: fare vini che non inseguano mode, ma che raccontino fedelmente il carattere del vulcano.

Etna a 360°

Il mosaico produttivo si articola in quattro poli. Monte Serra, a Viagrande, rappresenta uno dei cuori storici della cantina. Il nucleo più antico si trova invece a Castiglione di Sicilia – non a caso, fino al 1994 il nome dell’azienda era Tenuta di Castiglione. Sul versante est, a Milo, Benanti coltiva il Carricante destinato all’Etna Bianco Superiore. L’ultimo polo è in Contrada Cavaliere, a Santa Maria di Licodia, sul versante sud-ovest, dove esposizioni e microclima regalano interpretazioni diverse e sorprendenti del vulcano.

Ricerca e rispetto della terra

Le uve vengono raccolte a mano, ogni scelta in vigna segue un approccio rispettoso dell’ambiente. Accanto a questa attenzione, Benanti ha sviluppato un importante lavoro di ricerca: in collaborazione con l’Istituto Regionale della Vite e del Vino di Palermo sono stati isolati diversi ceppi di lieviti autoctoni etnei, unici per caratteristiche fenotipiche e genotipiche. Quattro di essi, ritenuti i più idonei a esprimere l’identità territoriale, sono stati brevettati e, dal 2010, entrano stabilmente in cantina, rendendo i vini riconoscibili e coerenti vendemmia dopo vendemmia.

Non meno innovativa è stata la scelta di produrre il primo Metodo Classico da uve Carricante, pionieristica dimostrazione della versatilità del vitigno simbolo dell’Etna.

In cantina, rigore e identità si incontrano: lieviti brevettati, uso misurato del legno, attenzione alle singole contrade. È uno stile che unisce precisione tecnica e autenticità territoriale, il risultato sono vini capaci di affrontare il tempo mantenendo freschezza e complessità.

L’incontro a Monte Serra

È a Contrada Monte Serra che conosciamo Benanti, un luogo che custodisce ancora un antico palmento in pietra lavica, silenziosa memoria di un’Etna contadina che qui sembra ancora respirare.

Ad accoglierci c’era Salvino Benanti, con il quale abbiamo condiviso un pranzo-degustazione che è andato ben oltre la semplice esperienza enologica: è stato un momento di dialogo e scambio diretto, in cui il vino diventava il filo conduttore di racconti, ricordi e prospettive.

Tra un piatto e l’altro, Salvino parlava del territorio con una passione sobria e concreta, lasciando emergere la filosofia che guida l’azienda: custodire il vulcano senza snaturarlo, interpretarlo con rigore e al tempo stesso con sensibilità.

Nei calici:

  • Noblesse 2018, primo Metodo Classico da uve Carricante 100%, selezionate dai versanti sud ed est. La vinificazione prevede permanenza sui lieviti per 48 mesi. Sorprendente per finezza e persistenza.
  • Contrada Cavaliere Etna Bianco 2022, uve Carricante 100% dal versante sud-ovest, un vino che sprigiona mineralità con bel carattere salino, preciso e piacevolissimo.
  • Contrada Monte Serra Etna Rosso 2022, versante sud-est, nerello mascalese in purezza che si rivela con sentori di piccoli frutti rossi ed una leggera nota speziata. L’acidità sostiene il sorso senza stancare, un vino decisamente elegante.
  • Rovittello Etna Rosso Riserva 2018, ci spostiamo sul versante nord, nella particella n°341 dove le viti alberello di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, a piede franco, vantano cent’anni di storia. La vinificazione di oltre 60 mesi porta nel calice un vino pieno, profondo e complesso.
  • Pietramarina Etna Bianco Superiore, degustato in doppia annata, 2020 e 2018. Siamo sul versante est dell’Etna, a Milo, unica zona autorizzata alla menzione “Superiore” dove il Carricante si esprime nella sua forma più pura. a conferma della longevità del Carricante. È un bianco che sfida il tempo. Affina per anni in bottiglia e regala complessità crescente: freschezza minerale, verticalità, note di agrumi, fiori bianchi, erbe aromatiche. Con l’evoluzione arrivano sfumature di idrocarburi e pietra focaia, simili ai grandi Riesling, ma con identità tutta etnea.

A tavola, piatti che racchiudono ingredienti del territorio e sapori intensi.

Benanti rimane oggi una delle firme più autorevoli del panorama etneo, esempio di come ricerca e tradizione possano convivere senza compromessi.

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La Sicilia del Vino

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