Da quando vivo a Trieste, mi interpellate tantissimo in fatto di cibo. Lusingatissima, ho provato a fare un piccolo sunto della cucina triestina per fornirvi una guida pratica per mangiare a Trieste a colpo sicuro.
Trieste è terra di confine, cuore della Mitteleuropa, non c’è da stupirci se ci troviamo di fronte ad un vero melting-pot culinario. Infatti, la presenza del porto mercantile l’ha resa crocevia di Occidente e Oriente, di culture e religioni: la tradizione friulana si è fusa con quella slovena, austriaca, ungherese, slovacca e istriana. Quando siedete ad un ristorante tipico è quasi difficile identificare una linea precisa nel menù che spazia tra carne e pesce con invidiabile disinvoltura!
Prima di iniziare facciamo una precisazione: ovunque vogliate andare, è sempre, vivissimamente, consigliata la prenotazione!
Mangiare a Trieste
Come veri triestini
Se il vostro scopo è calarvi, completamente, negli usi e costumi di questa città non potete esimervi dal sedere ad un tipico buffet: un mix tra un bar e una trattoria, un luogo in cui scorre tanto vino – ma anche tanta birra – accompagnato da una serie di assaggi della tradizione.
I buffet sono diffusi in tutta la città e la loro offerta è molto varia: panini al cotto, crauti e cren, polpette, melanzane panate, baccalà mantecato, tartine, frittate, patate in tecia.
Di certo, in questi luoghi di perdizione, vanno per la maggiore i piatti di carne. Molte ricette tipiche prevedono una lenta cottura e c’è grande varietà di offerta per gli spezzatini: il gulash, la calandraca (spezzatino di vitello piccante con patate), la caldaia (ovvero un brodo in cui vengono lessati diversi tagli di carne). Si, nonostante l’affaccio sul mare, qui son proprio bravi con la carne e le cotture lente!
Sono varie le teorie sulle origini della tradizione dello spezzatino a Trieste: in passato la calandraca veniva preparata con le carni salate di montone o di castrato, le più usate dai marinai perchè non deperibili e facilmente trasportabili. Di certo, lo spezzatino che si preparava ai tempi, doveva avere un aspetto molto diverso da come lo conosciamo oggi.
Tra i buffet più famosi spicca, certamente, lo storico locale Da Siora Rosa, nato già prima della seconda guerra mondiale. È sempre strapieno, perciò se volete fermarvi a pranzo o fare un aperitivo consiglio di prenotare.
Posso testimoniare, vivendo proprio lì vicino, che il profumo di spezzatino ogni mattina è inebriante e ogni volta mi viene voglia di prepararlo. È un piatto estremamente versatile, ci si può davvero sbizzarrire con gli ingredienti. Vi lascio qualche idea qui.
Oltre Siora Rosa, potete fermarvi da:
- Buffet da Pepi (via Cassa di Risparmio, 3)
- Buffet Clai (via Ugo Foscolo,4)
- Vecio Buffet Marascutti (via Cesare Battisti 2/b)
- Trattoria da Giovanni (via San Lazzaro 14/b)
Ristoranti
Tra i ristoranti, che propongono cucina tipica di carne (ma anche di pesce), spiccano:
- Hostaria Strehler (via Giorgio Strehler), accanto al Teatro Rossetti
- Al Petes – Vino e Cibo (via dei Capitelli 5/a), in Cittavecchia (in foto)
- Osteria Marise (via Felice Venezian, 11), proprio in centro
Tappa consigliata:
Un format, invece, più giovane e fresco è quello scelto da La bottega dell’Antiquario, un bistrot moderno che prende vita in un vecchio negozio di antiquariato del ghetto triestino. Federica e Davide vi accoglieranno in un’atmosfera intima e rilassata. Sarete circondati da elementi di arredo e architettura d’altri tempi: dalle cementine del pavimento al corrimano recuperato da una villa bolognese. Qui, i piatti della tradizione – come l’ottimo spezzatino – strizzano l’occhio alla cucina moderna, con pane e pasta fresca fatti in casa.
Particolarità della casa è la possibilità di abbinare ai piatti, non solo vino e birra, ma anche ottimi cocktails, spesso preparati con ricercati distillati triestini.
In foto una rivisitazione di un classico moscow mule, in chiave vintage: CER-a una volta, preparato con Dry Gin Seri Pervas, piccolo brand triestino, sciroppo CER (Curcuma E Rosmarino), una spruzzata di succo fresco di lime e abbondante ginger beer; un cocktail adatto anche nelle giornate più torride. Nel complesso un drink leggero e saporito che ho assaggiato con il Vitello Tonnato e verdure acidulate.
Prometto presto anche un focus sulla cucina di mare. Intanto, mi raccomando, non perdetevi i Caffè Storici triestini: ve ne ho parlato qui
Grazie per i consigli. Sarò a Trieste venerdì sera per una gara in mare di nuoto e dopo ci fermeremo lì per cena…. Mi segno un po’ di nomi e chissà dove finiremo a beccolare!!!
Ciao Mila, sono felicissima che i miei appunti siano tornati utili. Spero che la tua permanenza sia stata piacevole.
Per la carità! Non si può sentire né vedere cibo così grasso, non potrei mangiarlo neanche se morissi di fame. La carne di maiale mi fa schifo. Non i maialini che sono molto intelligenti. Ci sono troppe schifezze nelle carni degli allevamenti, ormoni, farmaci che poi li passano a noi. A parte questo è tutto di pessimo gusto. Non c è niente di buono, nemmeno il pane. Io sono di Torino e la cucina piemontese è molto raffinata, non puzza, ha derivazioni francesi. A Torino le pasticcerie sono fantastiche Altro che paste carsoline! Qui non vale la pena di assaggiare niente. Il pesce poi, è tutto surgelato, le verdure e la frutta arrivano da fuori. Che disastro!
Ciao Rosabruna,
il tuo Piemonte, come la mia Campania, ha una storia e una tradizione eno-gastronomica completamente diversa da quella Triestina che per vicissitudini e posizione gode e soffre di influenze diverse. Certamente, siamo abituate a standard diversi ma posso assicurarti che anche qui ci sono delle eccezioni che vale la pena provare. D’altra parte, il mio articolo aveva proprio lo scopo di guidare chi si trova in città per poco tempo e non vuole sbagliare.
ps. Presto parlerò del tuo Piemonte, torna a trovarmi, spero di riuscire nel migliore dei modi.
Rosabruna, ma torna a Torino che a ts non te ga capi” un tubo de prelibatezze che offri Trieste meravigliosa cittadina di mare e Monti! Le Carsoline. Se meravigliose😍